Senza entrare nel merito anatomo- funzionale dell’articolazione scapolo-omerale, data la complessità dalle struttura, andremo ad occuparci della corretta tipologia di esercizi da praticare per poter sviluppare al meglio questa zona del corpo e soprattutto ci interesseremo di sfatare due luoghi comuni riguardo ad essi.

Esercizi da EVITARE

La spalla è un’articolazione cardine del nostro corpo che può essere compromessa gravemente se si eseguono due esercizi particolarmente traumatici e destabilizzanti (anche se effettuate in fasi diverse del movimento):

  •  LENTO DIETRO AL MULTIPOWER, in fase di spinta.
  •  LAT MACHINE DIETRO, in fase di trazione.

Tra le due è soprattutto il Lat Machine dietro a godere ancora di ampio consenso, sulla base dell’errata convinzione che, effettuando l’esercizio con la barra dietro la nuca, si ottenga un risultato maggiore per il muscolo grande dorsale, rispetto alla variante con la presa larga frontale.

Questa teoria è falsissima!

La Fisiologia Muscolare ci insegna che l’innervazione con la quale il Gran dorsale è stimolato dall’esercizio è unica, di conseguenza, l’eseguire in un’unica seduta per il dorso diverse tipologie di esercizi non contribuisce a modellare a nostro piacimento il muscolo (cosa assurda ed impossibile), ma semplicemente a fornirgli un maggior numero di stimoli diversificati in grado di garantire un suo più completo rinforzo e una crescita più veloce.

Il vero problema dunque è l’alto grado di lesività che questi esercizi hanno nei confronti dell’articolazione scapolo-omerale.

Per comprendere il cuore della questione e lo sforzo errato a cui sottoponiamo le spalle durante l’esecuzione di questa tipologia di esercizi, spiegheremo ora cosa avviene durante la fase di abbassamento della barra dietro la nuca.

Meccanismo d’azione durante la fase di abbassamento della barra dietro la nuca

  1. Il gomito si sposta di circa 10 cm dietro il corpo (questo accade anche per la variante con presa avanti) e come conseguenza della presa posteriore e della relativa posizione del tronco, il braccio si inclina rispetto al busto di circa 20°-30°.
  2. A questo punto succede che l’intrarotazione del braccio è di gran lunga maggiore e in fase concentrica (trazione o spinta). Si innesca così una compressione notevole da parte della testa omerale contro la cavità articolare in cui alloggia, in particolare sul cercine cartilagineo di contenimento dell’omero. 
  3. Allo stesso tempo si verifica uno schiacciamento (causa a lungo termine di infiammazioni) del tendine del muscolo sovraspinato contro l’acromion clavicolare, causato sempre dall’ instabilità della testa dell’omero.
  4. In definitiva l’articolazione è soggetta a compressioni e instabilità in vari punti cruciali anche perché il muscolo deltoide non riesce a espletare al meglio in questa posizione articolare “estrema” al suo compito di stabilizzare l’articolazione scapolo omerale.

Contro pareri

Chi sostiene la validità di questi esercizi lo fa sulla convinzione che le persone con una mobilità articolare particolarmente  buona e che al momento dell’esercizio non avvertono dolore possono tranquillamente eseguirlo “in sicurezza”.

Niente di più falso.

A lungo andare le ripercussioni saranno molto gravi poiché si va incontro ad un aumento del rischio di contrarre (a lungo o anche breve termine) patologie invalidanti della spalla (ossee, cartilaginee, tendinee, legamentose, muscolari, nonché delle borse e delle sinovie articolari) che compromettono anche le più banali attività quotidiane come guidare, abbottonarsi una camicia, lavarsi i denti o usare forchetta e coltello!

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